Tesla Roadster Signature: il primo test drive italiano

Tesla Roadster Signature: il primo test drive italiano
Primi in Italia a provare la Tesla Roadster

Quante volte, durante una passeggiata domenicale con la vostra vettura, cullati dalle curve che si susseguono in armonia, abbagliati dal paesaggio mozzafiato vi fate distrarre dal rombo del vostro motore, avete sognato di essere immersi nel più assoluto silenzio per poter godere dei suoni prodotti dalla natura ?? Grazie al prezioso lavoro di alcuni ingegneri il sogno è realtà… Tesla, una realtà fondata nel 2003, prende il nome in onore di Nikola Tesla (è grazie a lui che dal 1888 abbiamo il primo motore a induzione o asincrono azionato da corrente alternata), commercializza la Tesla Roadster, sportiva in puro stile Lotus, da cui ne prende le forme e che dopo 5 anni di sviluppo finalmente si concretizza in un prodotto commerciale.
Avevamo avuto modo di assaporare le qualità della vettura al Top Marques Monaco del 2007, ma all’epoca la Roadster a nostra disposizione era una MkI ancora in via di sviluppo, ora invece siamo riusciti a provare la MKII e specialmente una versione Signature prodotta in soli 250 esemplari.

ESTERNI
Esteriormente la vettura si presenta quasi identica ad una Lotus Elise, i fari e le prese d’aria posteriori fanno intuire che qualcosa è cambiato ma nulla di più. Saliti a bordo e accolti da stupendi sedili in pelle ci si rende subito conto che qualcosa di strano effettivamente c’è… il contagiri è assente e al suo posto trova spazio uno strumento combinato tachimetro/contagiri, non c’è da stupirsi, la Roadster ha una sola marcia a presa diretta, il rapporto giri motore/velocità rimane costante durante la marcia. La posizione occupata nel quadro Lotus dal tachimetro è ora riempita da uno strumento specifico del motore elettrico che mostra istantaneamente quanta corrente stiamo consumando dal possente pacco di batterie agli ioni di litio composto da 6831 celle raggruppate in 11 contenitori, oppure quanta ne stiamo invece re inviando alle batterie mentre deceleriamo.

ALLA GUIDA
Giro la chiave, ma un cicalino mi avverte che c’è l’immobilizer da sbloccare, premendo sulla chiave di accensione il piccolo computer di bordo posizionato sulla consolle centrale, un tempo dedicata alla leva del cambio, ci avverte che la vettura è pronta per marciare e ci mostra quanta autonomia abbiamo ancora a disposizione. Rimango stupito nel non avvertire alcun suono, dopo aver premuto la lettera D basta sfiorare l’acceleratore per sentire la Roadster accelerare …
Alla guida ci si trova completamente immersi in un altro mondo, cambio assente, completo silenzio, solo un leggero ronzio proveniente dal retro della vettura mi fa capire che qualcosa di ‘acceso’ c’è, con un filo di gas ci si trova a 50 all’ora, ma la cosa a cui bisogna abituarsi sono invece le decelerazioni. Basta alzare il piede dal comando dell’acceleratore per sentire il corpo vettura frenare vistosamente, il ‘freno motore’ è particolarmente potente in quanto la forza frenante viene trasformata in carica rigenerativa delle batterie in modo da non sprecare nulla. Fermi al semaforo nel contemplare la meraviglia tecnologica non ci accorgiamo del verde ed un premuroso automobilista ci avverte che dobbiamo ripartire, acceleratore completamente spremuto e la piccola Tesla vola in avanti, la sensazione è quella che il motore sia infinito, i giri salgono rapidamente insieme alla velocità e bastano solo 3.9secondi per raggiungere i 100Km orari. I 1282chili di peso non si sentono eccessivamente, l’ottima tenuta di strada mutuata dalla sorella leggera Elise, il comportamento dinamico eccellente regalano al fortunato proprietario dell’elettrica un piacere di guida incredibile. Lo sterzo è molto preciso e diretto, grazie anche alle ottime Yokohama si avverte tutto quello che sta succedendo all’avantreno. Il posteriore segue in maniera ineccepibile la traiettoria impostata, l’esuberanza del motore ci proietta fuori dalle curve in maniera fulminea, senza mai mettere in difficoltà il corpo vettura; in effetti ci siamo chiesti a cosa servisse il tasto TC (Traction Control) presente nella consolle centrale dato che la vettura è talmente ben bilanciata da non necessitare nessun aiuto elettronico alla guida.
Chicca della Tesla un bellissimo e piacevolissimo computer di bordo dedicato completamente al cuore elettrico della vettura, grazie a lui possiamo settare numerosi parametri dedicati alla ricarica del pacco batteria: come per esempio l’ora di inizio ricarica e anche il modo in cui vogliamo che la carica sia indirizzata alle batterie, se rapida, rigenerativa, oppure conservativa. E’ possibile inoltre visualizzare quanta autonomia residua abbiamo sia la teorica calcolata sulla base delle precedenti andature, sia l’autonomia minima disponibile, la pressione e la temperatura dei 4 pneumatici.

CONCLUSIONI
Coccolati tra le curve, vento nei capelli, paesaggio impreziosito dal tramonto, il canto della natura ci fanno perdere la cognizione del tempo, la Tesla è quasi scarica, dopo 200Km percorsi con l’accumulatore al 70% il tempo a nostra disposizione è terminato. Torniamo dal concessionario UkGarage, che ringraziamo per averci imprestato l’unico esemplare di Tesla Roadster Signature presente in Italia, parcheggiamo la vettura, apriamo il baule e infiliamo la spina nella presa di corrente, e grazie alla ricarica rapida bastano 4 ore per rigenerarsi completamente. Purtroppo il prezzo non è molto popolare, servono 129.000 euro per portarsi a casa questo supergiocattolo tecnologico, aspettiamo soltanto un modello più economico per godere anche noi di queste raffinatezze e del piacere di guidare senza inquinare eccessivamente.

Simone Sigolo

MOTOR PROMO


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